Avevo scartato tutti, mi trovavo
nell'area di rigore, solo il portiere davanti a me. Il goal era
certo, avrei vinto la partita. Il profumo di cioccolata della
merenda, dalla cucina, mi dava la carica. Dovevo segnare a tutti i
costi.
- Eh no, caro, anch'io voglio giocare!
A parlare era stata la PSP. Ho visto
sparire i giocatori e pure la porta e il mio bel tiro.
Con un “pffff” alla consolle sono
spuntate due gambe. Pffff, due braccia. Pffff, una testa dai
connotati a quadretti (poca risoluzione per quelle dimensioni!).
- Andiamo!
Mi ha spinto dolcemente fino al
cortile sotto casa.
C'erano anche gli altri, tutti con una PSP vivente e un pallone fra le mani.
Noi umani ci siamo guardati in silenzio e immobili per tre secondi. La proposta l'ha fatta Piero, col sorriso di chi la sa lunga, appoggiando il pallone a terra: - Visto che siamo quattro e quattro, facciamo bambini contro Play!
Nessuna obiezione. Palla al centro e via!
Abbiamo giocato con le Play fino all'ora di
cena. Niente merenda, oggi, ma che spasso!
Domani, però, vogliamo la rivincita!
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